Abbiamo tutti una Vivian Maier interiore, capace di seguire una traccia, ma sperduta; luminosa, ma con un lato oscuro. La vera Vivian Maier ha lasciato oltre 100.000 fotografie, molte bellissime, che nessuno aveva mai visto: un ragazzo le ha trovate dopo la sua morte e ne ha ricostruito la vita e fatto un documentario.
vale (acaso),
Isola Virtuale,
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Valentina Quepasa,
Kumiiko,
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Elenucci
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Bellissimo. Si chiama Finding Vivian Maier http://www.thecrimson.com/article..., si può vedere, a Milano, al cinema Beltrade in via Oxilia, non me lo farei scappare per alcuna ragione al mondo, nemmeno se abitassi a Como, Cremona, Mantova, Pavia, Sondrio o Varese :)
- palmasco
l'ho visto venerdì
- Elenucci
Che te n'è sembrato?
- palmasco
entusiasta
- Elenucci
Le fotografie di Vivian Maier sono spesso toccanti, a volte divertenti, sempre molto belle, classiche, semplici, capaci di trasmetterci delle persone. La vita di Vivian Maier, col suo terribile segreto, queste foto che non mostrò mai a nessuno, questo suo talento che perfino alcune amiche intime ignoravano, è stata tremenda. Solitaria, forse disperata, conclusa modestamente, forse miseramente.
- palmasco
Il documentario in sé è un'opera geniale, per come è capace di restituirci il senso di una vita, incluso il suo mistero, partendo da alcune tracce trovate nelle aste dei robivecchi.
- palmasco
concordo pienamente, mi ha davvero colpito
- Elenucci
Il suo sguardo sul mondo è quello classico della street photography americana, con un tocco personale di tenerezza e desolazione che lo rende abbastanza unico. Molte foto sono bellissime, l'ho detto, bisogna vederle, basta googlare il suo nome ne vengono fuori parecchie. Quella che però mi ha colpito più di tutte, quella che per me è la cifra di Vivian Maier, è quella della bambola abbandonata nel cesto dell'immondizia lungo la strada. Come la ritrae lei, il cesto sembra una culla, e la bambola addormentata lì nella sua confortevole cuccia. Una foto vibrante di bellezza, comprensione del mondo e propensione a farsi male per sensibilità.
- palmasco
Una nota a parte merita il cinema Beltrade a Milano dove ho visto il documentario. È praticamente la sala di una chiesa, in un vecchio quartiere operaio vicino alla stazione, molto curato, molto decoroso, molto etnico. Con le piazzette organizzate intorno ai tram, e l'architettura d'inizio secolo scorso, che era ampia e luminosa.
- palmasco
Insomma arriviamo alle 4.40 del pomeriggio di pasquetta, avevo dei dubbi che avrebbero fatto la proiezione perché mi aspettavo che fossimo solo noi due, invece troviamo una lunga fila di circa 80 persone!
- palmasco
La fila procede a una lentezza atavica, che ci fa perfino dubitare che abbiano iniziato a fare i biglietti. Il resto della coda è altrettanto ansiosa, il film inizia alle 4.45 e niente sembra muoversi.
- palmasco
Finalmente arriva il nostro turno, mi aspetto un complicato sistema di assegnazione dei posti, qualche strano sistema che ci aveva rallentato tutti fin qui, ma invece niente. La signora stacca due biglietti e ce li consegna, indicando la sala. Non si capisce come mai tutto sia così lento.
- palmasco
Teatrino laterale: mentre stiamo entrando in sala, ci insegue la maschera, una signora parecchio robusta che vuole staccarci i biglietti, e si scusa perché era in bagno...
- palmasco
Ci sediamo nella sala parrocchiale, i sedili sono comodi, ci becchiamo un po' di trailers e finalmente comincia il film.
- palmasco
Passano forse due minuti, si accendono le luci, si spegne la proiezione. Sbuffate del pubblico e ansietà, anche perché il film comincia subito con delle belle interviste che t'immergono subito nella materia e ti portano via.
- palmasco
Ci viene fatto un'annuncio dal sistema di diffusione: a causa della fila ai biglietti, per dare la possibilità a tutti di vedere il film, rimandiamo l'inizio della proiezione a quando tutto il pubblico intervenuto sarà entrato in sala. Risate dei presenti. Dopo 5 minuti circa la proiezione riinizia da capo :)
- palmasco
Ultima nota: Vivia Maier è morta il 21 aprile del 2009, 5 anni proprio ieri.
- palmasco
Alla prima, di giovedì c'era anche Gianni Berengo Gardin Tra il pubblico, la sala piena, stracolma. La proiezione è ripartita 2 volte, una per i sottotitoli fuori sincro.. ;)
- calca
p.s. ho letto la rece che ho linkato nel primo commento, non sono d'accordo su niente di quello che dice a proposito di John Maloof, autore del documentario e della scoperta di Vivian Maier per il mondo. Lo lascio lo stesso per completezza d'informazione e peché non abbiamo paura dei pareri dissonanti :) (Volevo semplicemente dare una descrizione del documentario e ho messo il primo link che m'è capitato, senza leggerlo).
- palmasco
Io domenica pomeriggio (18.45), siamo entrati con in corso un cortometraggio ma poi tutto liscio, sala praticamente piena. Il documentario è molto incentrato sulla vicenda di Vivian Maier, su chi fosse, come mai nessuno sapesse del suo talento e a volte è un po' superficiale nel buttare lì testimonianze, allusioni etc. Però permette di dare risalto all'opera di cui probabilmente lo stesso "scopritore" ancora ha visto solo una parte. Ed è affascinante.
- nandina
A me invece pare una dedica appassionata e piena d'amore. Le testimonianze sono quelle, non si può essere accusati di superficialità quando si riportano in modo esteso e articolato. Mostrano in modo secondo me inequivocabile, che il segreto è sempre indice di una frattura, di una disconnessione tragica tra alcuni aspetti di una personalità. Vivian Maier aveva il segreto della propria fotografia, verso il quale ha fatto debolissimi tentativi di liberarsi: non li ha fatti sul serio perché la sua preoccupazione primaria era che qualcuno si prendesse cura di lei. Non trovando nessuno che ne fosse capace, ha dovuto farlo da sola, umilmente, per avere tempo per seguire il suo istinto. Una scelta che ha pagato molto cara. Narrare questa storia, con tanto pathos e intelligenza, a partire da una cassa con qualche migliaio di negativi, è opera alla portata di pochissimi. Secondo me. Ed è il documentario di cui stiamo parlando.
- palmasco
Guardando più attentamente le date di questa storia, invece, possiamo fare un ulteriore passo avanti nella comprensione della vicenda. Maloof compra le foto nel 2007. Non sono quelle che gli servono, le mette via per un po' di tempo, mesi. Anni? Poi si mette a cercare Vivian Maier, della quale non esistono tracce. Ci metterà quindi del tempo. Ed è un peccato, un vero peccato. Vivian Maier infatti è morta nel 2009: Maloof, fosse successo tutto prima o più velocemente, avrebbe avuto il tempo di trovarla e parlarle... :(
- palmasco
Qui il sito di John Maloof http://www.johnmaloof.com/John_Ma... Qui, nel suo sito, l'ampia pagina dedicata al documentario http://www.findingvivianmaier.com
- palmasco