Il flame di nicchia su Calasso contro il self publishing c'è già stato? (repubblica di oggi)
No, non ti cita. Mitomane! - bgeorg
È stato gentile a dire che i suoi colleghi dovrebbero abolirsi. - diegodatorino
crètino. non l'avevo letto, pensa quanto sono sul pezzo. cita tigella, però. - Vergine Chiacchierata
Sì, la cita. Ma quella roba sugli odiatori della mediazione è anche la citazione di un passo famoso di un testo sacro (anatomia della critica, frye) sul ruolo dell'editore e i rischi del populismo dell'autore. - bgeorg
Qual era il suo argomento, "con i libri autoprodotti non ci arredi un salotto"? - Eschaton
Mi pare fosse, quella di frye, una roba tipo l'autore non è un genio isolato, è anche espressione di scuole, professioni, ceti ecc.; senza mediazione della critica (e dell'editoria come articolazione pratica) l'autore che di rivolge direttamente al popolo dei suoi lettori perde il suo senso, si autonomizza e molto rapidamente inizia a scrivere di merda. Una visione molto antiromantica e un po' démodé, - bgeorg
Ho ricordi vaghi in realtà. - bgeorg
ma ha ragione. ma c'è qualcuno che pensa a un'opera omnia self published? - Vergine Chiacchierata
Ovvio che ha ragione. Frye ha ragione quasi su tutto. - bgeorg
Riformulo: o Calasso è ubriaco ad applicarlo nel caso specifico, o vede universi per me inimmaginabili di either affermati autori che si disintermediano come scelta definitiva or velleitari autopubblicanti che riescono a farne un mestiere senza fare lo scatto alla casa di pony di un editore vero - Vergine Chiacchierata
JK Rowling l'aveva annunciato, non so se darà seguito alla cosa (www.pottermore.com) - Allegra Geller
Sulla Rowling si e no. Pottermore esiste ma non é tutto, in questo momento sta negoziando duro con gli editori di mezzo mondo. - Eschaton
Infatti puzzava da subito più di minaccia che di scelta - Allegra Geller
JK Rowling, quel che si dice un esempio perfetto di situazione media. - Vergine Chiacchierata
È per la K. - Ubikindred
Ehi, hai scritto "affermati autori" - Allegra Geller
Affermati autori, non gente che se volesse si comprerebbe la Rcs per fare dell'Adelphi la propria sala da ping pong (semicit.) - Vergine Chiacchierata
Il caso della Rowling é interessante perché paradossalmente lei dipende dagli editori tanto quanto gli altri (almeno finché non si svilupperanno dei servizi ad hoc). Chi li gestisce i volumi enormi di libri stampati, lo stoccaggio, la distribuzione, la promozione, e tutto il cash flow richiesto per operazioni di tale portata? Io non me sentirei nemmeno se fossi fantastiliardario. - Eschaton
(Per l'ebook, resta comunque tutta la parte promozionale/ ufficio stampa.) - Eschaton
La Rowling ha incassato abbastanza da poter non dico fare un libro di esametri che leggon solo i parenti, ma anche decidere di darsi al pizzo a tombolo e mettere le opere da lei ricamate su ebay. Ah, già: mi scordo sempre l'urgenza espressiva, nonché il sentirsi realizzata come donna e come professionista. - Vergine Chiacchierata
(cit.come sopra: la rowling potrebbe comprarsi il nebraska e springsteen e passare le sue serate facendo il pizzo e il tombolo canticchiando glory days). credo che il discrimine sia se si scrive per mantenersi o se si scrive per esigenza artistica. nel secondo caso direi che anche un muro di casa va bene. - chamberlainn
Voglio dire che dipende dagli editori se vuole fare fruttare al massimo il proprio capitale, la sua urgenza espressiva non mi pare l'argomento. - Eschaton
secondo me non è questione di dipendenza ma di mestiere. quello è il mestiere degli editori. - chamberlainn
No, certo che non è l'argomento, prevenivo obiezioni fesse. Il capitale direi che serve farlo fruttare solo se vuole cambiare tutti i giorni i dobloni in cui fa il bagno, e forse neanche. - Vergine Chiacchierata
I soldi non fanno la felicità: magari il suo sogno é pubblicare un pamphlet sul bafometto per Adelphi. - Eschaton
Vorrei precisare che il tizio che citavo non dice che non si possa fare. È del resto sempre stato il sogno dei bestselleristi quello di autoprodursi più o meno dai tempi di dickens. Dice però che è deleteria per la scrittura oltre che sciocca l'idea di un rapporto individuale senza mediazioni col pubblico. E questo vale sia per quello che potrebbe comprarsi l'adelphi con le copie vendute che per il solitario col romanzo nel cassetto. La letteratura non è una roba che fai da solo anche se così può sembrare, è prima di tutto rapporto col tuo tempo e con la sua società letteraria e relative strutture - dalle correnti alle scuole alla critica agli editori - e col suo mercato. L'immediatismo è solo parassitismo mascherato nei livelli alti e impreparazione a quelli bassi e amatoriali. Questo prima di tutte le considerazioni economiche, che ovviamente non valgono giusto per una decina di individui sul pianeta. - bgeorg
giorgio, sì, era chiaro, la mia controbiezione è che non credo che nessuno che lo fa di mestiere abbia voglia tempo e pazienza di regolarmente autoprodursi (pure louis ck non è che molla la serie tv perché a vendere spettacoli sul sito incassa milionate, per dire), e perché tutte le cose giuste che obiettate tu e il tizio vengano meno servirebbe che fosse qualcosa più di un'eccezione. poi c'è anche l'elemento che, se uno non è uno che fino al giorno prima si occupava di arredobagno, in realtà il «senza mediazioni» sarebbe da vedere: se domani eco si autopubblica viene meno (occasionalmente) il suo rapporto con elisabetta sgarbi, non quello con la critica e tutto il resto, che tratterebbe il libro come uno di un editore, essendo un libro di uno che è riconosciuto come autore. - Vergine Chiacchierata
Maccerto il discorso è ipotetico. Parlavo a nuora perché ecc. - bgeorg