e così, il prossimo fine settimana...
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Il viaggio di Dorothy riguarda tutti noi: adulti, ragazzi, bambini. Tutti abbiamo la nostra ricerca, abbiamo attimi di smarrimento, e incubi da affrontare lungo il cammino. Ciò su cui abbiamo voluto porre l'attenzione ne “Il tempo dell'altrove”, però, è che non si tratta di una tensione spasmodica verso una presunta perfezione, ma di un percorso di consapevolezza e accettazione, sia verso noi stessi che verso tutti coloro che ci circondano. Ricominciare, intraprendere un nuovo viaggio, ma avendo la percezione (perché si tratta più di qualcosa che si avverte, non che si “sa” razionalmente) di tutto ciò che l'esperienza e il confronto ci hanno lasciato in dono. È allora che possiamo toccare davvero il cuore delle cose, sentirne l'essenza. E ci sembra che questa sia anche una buona sintesi di ciò che accade in teatro, o perlomeno nel nostro approccio ad esso. Lasciarci guardare nello splendore della
nostra imperfezione. Nel nostro essere veramente e completamente umani.
- frine
[venerdì 13 - aiut! - e sabato 14 marzo, ore 21.15, Teatro Europa - Parma - "Il tempo dell'altrove"]
- frine
[ah, un saluto particolare anche ai fotografi, ai tecnici luci e ai videomaker che ci odiano perché abbiamo fatto tutto rosso. pisenlov, amici!]
- frine
venerdì è andata così così: bene, ma forse eravamo troppo concentrati sulle cose tecniche e ci è mancato un po' di ascolto, ma ieri sera tanto tanto bene benone. c'è stato un momento, verso la fine, in cui Dorothy si è girata verso di me, ha detto la sua battuta e io ho visto che aveva le lacrime agli acchi. avrei dovuto risponderle subito, ma ho preferito lasciare un secondo di silenzio per rispettare la sua commozione. la documentazione fotografica mi sa che verrà postata direttamente su frenf.it
- frine