#PCIL_Finale (2di4). Si vota su: TRAMA / AMBIENTAZIONE / PERSONAGGIO
Intanto le votazioni del primo turno http://ff.im/1kUjmq (copertina, titolo, incipit) sono ancora aperte (chiudiamo tutto mercoledì un po' prima di mezzanotte). - naltro
----- LA TRAMA - naltro
DIVINA COMMEDIA: La storia è quella di un uomo che si è perduto nell'oscurità e che non vede più una strada davanti a sé. L'uomo troverà la sua luce (grazie a un altro uomo, che è poeta anche lui, che si chiama Virgilio, e che rappresenta la cultura e la sapienza razionale; e grazie soprattutto a una donna, che si chiama Beatrice e che, in qualche modo misterioso, è lei stessa la luce); ma per trovarla dovrà prima scendere nel buio, attraversare le proprie colpe e le proprie paure, che sono nient'altro che le nostre colpe e le nostre paure. La discesa sarà lunga e piena di incontri (alcuni meravigliosi, altri spaventosi) che sono ognuno lo specchio di uno dei suoi errori; così come lunga e faticosa e piena di altri incontri sarà la successiva salita, fino all'alto più alto dei cieli. Poi finalmente sarà la luce di chi ha ritrovato la strada perduta, definitivamente; la stessa luce che in qualche modo misterioso è Beatrice ed è infatti l'amore, quello che muove gli uomini e le donne e il sole e le altre stelle. - naltro
SE QUESTO E' UN UOMO: Per spiegare del libro di Levi, si può iniziare dicendo che sì, il libro narra delle vicende del protagonista nel campo di sterminio, ma che non è un mero racconto di fatti accaduti nell'arco di un anno e mezzo dalla sua cattura alla prigionia fino alla liberazione dall'internamento, Levi racconta fatti veri, realmente accaduti ma la sua missione è molto più alta e titanica, vuole arrivare a una sorta di terapia del dolore, una cura dell'anima che nello scrivere dei fatti del lager possa anche servire a guarire delle sofferenze patite, lui e i pochi sopravissuti. Nel contempo la scrittura dei fatti accaduti doveva avvenire in un certo qual modo, essere fatta velocemente perché non fosse possibile lasciare nulla indietro e perché tutte le vicende e le persone incontrate venissero ricordate con dettaglio e con la massima possibile fedeltà, Levi tiene a precisare che nessun fatto è inventato e che tutte le persone sono reali e realmente incontrate in campo. Non ritengo necessario raccontare la trama del libro, una successione di capitoli o un'elencazione. Mi preme piuttosto porre l'accento su alcune parti che io ritengo fondamentali, come la prefazione, che introduce il lettore alle motivazioni alla scritture di Primo; il Viaggio, un racconto della cattura e del trasferimento al campo polacco dall'Italia, la descrizione delle famiglie e delle madri che accudiscono i bimbi, l'insorgere di una inquietudine che fu la premessa alla consapevolezza della tragedia; sul Fondo, il capitolo dell'ingresso e dell'inquadramento in campo, con le descrizioni pacate e terribili della repentina e durissima sottrazione di ogni libertà e indipendenza, sostituite con l'imposizione di mille umilianti riti quotidiani e dell'abbruttimento scientemente imposto ai detenuti dalle SS e dai kapò. Devo dire che è difficilissimo sciegliere dei capitoli preferiti, i più impressionanti sono per me i primi, c'è il capitolo sui sommersi e i salvati, dove Levi esprime alcune sue personali considerazioni, alcune attualissime, ci sono i capitoli dove egli descrive i personaggi incontrati in campo, la descrizione del pikolo, al quale uole insegnare l'italiano con i ricordi della Divina Commedia, e di Steinlauf, il cinquantenne sergente della Prima guerra mondiale, e la sua tecnica di sopravvivenza attraverso l'igiene costante: "... Ho scordato ormai, e me ne duole, le sue parole diritte e chiare, le parole del già sergente Steinlauf dell'esercito austro-ungarico, croce di ferro della guerra '14-18. Me ne duole, perchè dovrò tradurre il suo italiano incerto e il suo discorso piano di buon soldato nel mio linguaggio di uomo incredulo. Ma questo ne era il senso, non dimenticato allora nè poi: che appunto perchè il Lager è una gran macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare" - naltro
MOBY DICK: OK, va bene, la trama di Moby Dick a essere sinceri è estremamente semplice, magari troppo. Una cosa tipo: "un tale, non avendo niente di meglio da fare, si imbarca su una baleniera, dove scopre che il capitano è ossessionato da una particolare balena, (un improbabile capodoglio bianco) con cui ha avuto qualche discussione in precedenza, e che lo ha azzoppato. Il capitano è chiaramente folle, ma l'equipaggio ne è affascinato e lo segue nella caccia. Alla fine, per loro sfortuna, il capodoglio lo trovano". Non un granché, vero? E invece. La trama, che a prima vista sembra semplice e lineare, guardata da vicino si scompone in una complessità frattale, in cui ogni episodio ci porta sì più vicino all'esplosione finale dei tre giorni di caccia, ma in maniera tutt'altro che lineare, per quanto inesorabile. Proprio come si addice a una ricerca apparentemente insensata, casuale e a priori estremamente improbabile, quella di un singolo cetaceo nell'immensità dell'oceano, ma che sappiamo dall'inizio fatalmente destinata al successo. E ogni capitolo, ogni apparentemente oziosa divagazione serve a costruire l'attesa del denouement finale. È magistrale ad esempio il modo in cui Melville nel corso dei primi 27 (ventisette!) capitoli prepara, disseminando allusioni, indizi e suggestioni, la memorabile entrata in scena del capitano Achab. Insomma, Moby Dick non e' un capolavoro *nonostante* la trama, ma (anche) grazie ad essa. E, d'altra parte, perfino l'Odissea può in fondo essere liquidata come la storia di un tale che cercava di tornarsene a casa. - naltro
--- AMBIENTAZIONE - naltro
DIVINA COMMEDIA: L'ambientazione della Commedia è il non-luogo per eccellenza: l'aldilà (o almeno così sembra). Ed è, nella mente di Dante, un non-luogo organizzato come una gigantesca cattedrale, simmetrico e perfetto, ma anche asimmetrico e imperfetto, fino alla perfezione di Dio. Ma, anche se sembra davvero un aldilà, io credo che sia più che altro un dentro, un al di qua: è il dentro di noi, per come sappiamo (a volte) riconoscerlo, la nostra dimensione interiore, per come ogni tanto la immaginiamo o la sogniamo. Ed è quindi, nell'ordine, una selva, un fiume gelido, un buco profondo, un mare scintillante, una salita faticosa, un prato fiorito, un cielo luminoso, la luce la musica l'amore: di altro più non c'è bisogno. - naltro
SE QUESTO E' UN UOMO: per la descrizione del campo di sterminio rimando alla wikipedia che mi pare sufficientemente completa https://it.wikipedia.org/wiki... - naltro
MOBY DICK: L’oceano. E già basterebbe. Ma poi, a bilanciare l’inevitabile vertigine di uno spazio così immenso e indeterminato - la stessa vertigine che costa la ragione al mozzo Pip quando viene abbandonato un giorno intero a galleggiare sui flutti - ecco la claustrofobia del microcosmo del Pequod, coi suoi spazi angusti e affollati. L’equipaggio vive nella contraddizione fra il proprio isolamento nell’immensità dell’oceano e la privazione di ogni forma di solitudine imposta dalla condivisione forzata del tempo a bordo (con la sola eccezione del capitano Achab e dei sui misteriosi Parsi). Eppure il Pequod, con la sua umanità meticcia di etnie, fedi religiose, inclinazioni e storie personali, si allarga durante il romanzo fino a racchiudere in se l’intera razza umana, così come il romanzo trascende i confini ristretti e contingenti della caccia alla balena bianca per assumere un rilievo universale. Infine, la baleneria dell’ottocento. I dettagli che Melville sparge ovunque nel romanzo lo ancorano in una realtà concreta di cui lo scrittore aveva esperienza diretta, chiudendo il cerchio fra particolare e universale, in un equilibrio fluido e dinamico che attraversa tutto il romanzo - naltro
--- UN PERSONAGGIO - naltro
DIVINA COMMEDIA: Ulisse del canto 26 dell'ìnferno. Per la presentazione: http://scorfano.wordpress.com/2009... - naltro
SE QUESTO E' UN UOMO: Primo Levi. "Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944". - naltro
MOBY DICK: No. Non sceglierò uno dei deuterogonisti del romanzo (anche perché non voglio vincere facile). Via Moby Dick, che al romanzo da il nome, e via Achab - anche lui immenso - ma come il capodoglio troppo distante dall'umanità. E via anche Ismaele, l'io narrante, che poco a poco scompare dalla narrazione come personaggio per diventare sempre più l'alter ego dell'autore (e, in quanto osservatore, dello stesso lettore). Scelgo Starbuck, il primo ufficiale, "Un uomo lungo e serio, nato su una costaccia ghiacciata ma bene adatto, a vederlo, a sopportare climi caldi, ché la carne sua era dura come la galletta biscottata. [...] Trenta estati seccagne aveva visto finora, non di più; e gli avevano asciugate in corpo tutte le superfluità." Prudente, onesto, anche un po' noioso. Ma abbastanza intelligente da comprendere la follia di Achab e cercare di distoglierlo dalla sua ossessione mortale. Senza riuscirci, ovviamente, in parte affascinato anche lui della ferrea volontà del capitano, in parte costretto all'inazione dal proprio rigore morale, che gli impedisce di ribellarsi. Così Starbuck segue il suo capitano nell'abisso, pur conscio, forse solo fra i membri dell'equipaggio, di quale sia l'esito inevitabile del viaggio. E la comprensione reciproca spinge l'implacabile capitano a cercare di risparmiarlo, affidandogli il Pequod l'ultimo giorno della caccia. Inutilmente. Come per Amleto, la consapevolezza non basta a sottrarsi al proprio destino. Un personaggio umano e moderno, tormentato dal dubbio dell'ubbidienza a una legge che condanna la propria comunità al disastro. Un personaggio ben più importante nell'impianto del romanzo di quanto possa apparire superficialmente. - naltro
----------------- VOTATE --------------------- (ricordate che sto ricicciando tutto ciò che fu scritto a suo tempo, non c'è contenuto nuovo) - naltro
Commedia/SQèuU/Moby Dick - Marco Beccaria
Beccaria vota prima che la presentazione sia finita! BROGLI! - vale (acaso)
MOBY DICK, DIVINA COMMEDIA, SE QUESTO È UN UOMO. - vale (acaso)
COMMEDIA, COMMEDIA, SE QUESTO È UN UOMO - Sandrinha
naltro, al posto dell'ambientazione di moby dick hai ripetuto la trama BROGLI BROGLI A MONTE - l'uomo senza gravità
MOBY, MOBY, COMMEDIA (mi sono ricordata adesso che si votava in majuscolo) - frine
MOBT, COMMEDIA, MOBY - Sphera
ops, scusate. Il copia e incolla mi crea sempre qualche casino. Approfitto per ringraziare Frugola e i suoi thread riassuntivi, che mi hanno reso il compito molto più semplice - naltro
evviva frugola, bravo naltro, bagiamoci tutti mentre sprofondiamo fra i flutti e che vinca il capodoglio. - l'uomo senza gravità
MOBY DICK - MOBY DICK - DIVINA COMMEDIA - Lulù uìsemuà
Commedia, Moby Dick, Se questo è un uomo - laragazzablu reloaded
Moby x3 - ratavolòira
DIVINA COMMEDIA, DIVINA COMMEDIA, DIVINA COMMEDIA (sembro una deficiente) - Maya Bastanza
DIVINA COMMEDIA, DIVINA COMMEDIA, SE QUESTO È UN UOMO - Sleepers
naltro, chi ha vinto? - l'uomo senza gravità
ma che ne so, sono nel delirio piu' puro. - naltro
Riflettendoci, credo che abbia vinto zuckerberg - naltro
eh no, adesso devi dirci chi ha vinto. - ratavolòira
Maledetto zuck! - vale (acaso)
(dì una cosa a caso, tanto nessuno controllerà) - ratavolòira
Ha vinto l'Artusi! - naltro
ahahaha scemo - l'uomo senza gravità
... - vale (acaso)
ok, O CONTATO - l'uomo senza gravità
chiudesse qui, e contando anche l'altro tred, sarebbe Moby Dick 32, Divina Commedia 23 e Se questo è un uomo 20. - l'uomo senza gravità
EVVIVA! - vale (acaso)